Vendere senza partita iva è possibile?

Quando si vuole iniziare un’attività di vendita online, sia normale che in dropshipping, la prima domanda che ci si pone è: serve la partita IVA? Si può vendere senza Partita IVA?

La risposta breve è

 NO!

Per vendere online serve la Partita IVA.

ATTENZIONE: Questo articolo è valido solo per il paese ITALIA

La credenza è che l’online è la terra di nessuno e quindi non ci sono regole specifiche, si può fare un po’ come si vuole.

La realtà è che molti ignorano le leggi o volutamente scelgono di rischiare e di operare non essendo in regola.

Il pensiero comune è:

“Inizio creando tutto il sistema e poi se vendo apro la partita iva”

Creare un negozio online è come aprire un negozio su strada: ti sei mai chiesto se puoi aprire un bar senza partita iva e quando inizi a vendere caffè e vedere che il locale funziona aprirne una?

Vediamo in dettaglio le regole.

VENDERE SENZA PARTITA IVA E’ POSSIBILE… MA SOLO SE…

In realtà la legge prevede che tu possa vendere sia online che offline senza la necessità di possedere una partita iva, ma con limitazioni ben precise.

La prima regola è:

LE VENDITE DEVONO ESSERE OCCASIONALI, NON CONTINUATIVE

L’esempio più pratico per farti capire cosa sono le vendite occasionali è quando svuoti il garage e vuoi sbarazzarti di oggetti che non usi, come una bicicletta, la vecchia Playstation, giubbotti che non usi più, ecc.

In questo caso puoi vendere tutto questo senza avere la partita iva, è tutto inquadrato come vendita occasionale.

La linea però è sottile: se sei uno svuota cantine ovviamente troverai sempre oggetti da rivendere, ed è in questo caso che non si tratta più di vendita occasionale.

Il tuo diventa un vero e proprio lavoro e quindi devi adeguarti fiscalmente.

Creare quindi un proprio sito e-commerce, ma anche avere un account eBay, Amazon, vendere su siti di annunci o altri marketplace non è possibile in Dropshipping in quanto la vendita che tu svolgi è continuativa (sei strutturato per vendere continuamente, 24 ore su 24, 7 giorni su 7).

Seconda regola:

NON GENERARE UN UTILE

Se vendi i rimasugli nel tuo garage ad un prezzo minore di quanto hai pagato non c’è utile, quindi non devi fare dichiarazioni obbligatorie.

Quando devi traslocare casa e vendi tutta la mobilia del vecchio appartamento a 7000€, ma l’hai pagata 10.000€ un anno prima, non hai l’obbligo di fare dichiarazioni, in quanto non hai un utile.

Stessa cosa quando vendi la tua auto: non devi dichiarare i soldi ricevuti in quanto (di solito) il valore che si realizza è sempre minore a quello pagato.

Se invece dalle vendite dei tuoi oggetti ricavi più di quello che hai pagato allora devi iniziare a dichiarare le entrate: puoi avere un utile annuale pari a 4.800€ (fonte: Art. 13 – Altre detrazioni. (Tuir 917/86)).

Superato questo importo devi inserire le vendite nella “Dichiarazione Redditi Persone fisiche” o nel modello 730.

Sfatiamo un tabù:

SI PUO VENDERE FINO A 5000€ ANNUI SENZA PROBLEMI? NO.

Questa regola è stata più volte travisata online, ognuno ha dato una propria interpretazione, ma ecco perchè per te che vuoi vendere online non è valida.

La regola dei 5000€ annui riguarda la somma tra PRESTAZIONI OCCASIONALI, ovvero quando presti un lavoro autonomo a pagamento (ad esempio imbianchi la casa del vicino oppure fai giardinaggio per il tuo quartiere) e la creazione di utile nelle VENDITE OCCASIONALI.

Anche qui comunque sussiste il principio di lavoro non continuativo: non deve essere superiore a 30 giorni di lavoro nell’anno solare.

VENDERE PRODOTTI ONLINE SENZA PARTITA IVA… CONTINUAMENTE.

E’ previsto che i privati possano vendere prodotti online senza partita iva nel caso realizzi piccoli prodotti di artigianato o quella degli hobbisti, persone non professionali che anche tramite banchetti vendono merce in maniere sporadica e occasionale.

Questo non rientra comunque nella tua intenzione di vendere prodotti per guadagnare.

Un requisito è fondamentale:

“Non deve essere presente una struttura di impresa”

Sì, avere un proprio sito o pagina che funziona 24 ore al giorno per 7 giorni è considerata una struttura di impresa.

QUANTO COSTA LA PARTITA IVA?

Ci sono diverse tipologie di partita iva, adattabile caso per caso alle persone.

Per questo motivo ti consigliamo di contattare un commercialista per richiedere un consulto: molte volte la prima visita è addirittura gratuita e potrai anche verificare le competenze della persona a cui ti rivolgi.

L’apertura della partita iva comporta un costo fisso per i contributi di almeno 4000€ annui (330€ al mese circa) in base anche al fatturato.

Potresti però rientrare anche nel Regime dei Minimi (o Forfettario), dove ci sono delle limitazioni sugli incassi, ad esempio:

  • Limite dei ricavi di 65 mila euro annui

Il superamento della soglia di 65 mila euro determina la fuoriuscita dal regime a decorrere dall’anno successivo.

Questo però porta delle limitazioni, ad esempio non potrai “scaricare” l’IVA dalle fatture o ricevute, però avrai altri vantaggi fiscali come l’esonero:

  • dalla registrazione delle fatture emesse
  • dalla registrazione fatture d’acquisto
  • dalla registrazione dei corrispettivi
  • la dichiarazione iva
  • presentazione della comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini Iva (“spesometro”)
  • ecc

Le fatture emesse devono scontare l’imposta di bollo (€ 2) se di importo superiore ad € 77,47.

I ricavi sono tassati al 15% fino a 65 mila euro (flat tax).

Non ci sono altri costi fissi.

Nel 2020 si parla di una flat tax del 20% per compensi o redditi da 65.001 euro a 100 mila euro.

Le leggi cambiano di anno in anno, queste sono valide fino al 2019, per questo consigliamo sempre di rivolgerti ad un professionista che ti darà tutte le informazioni complete ed aggiornate!


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Alla prossima

Mike